Provenza | Francia

Provenza, Languedoc, Roussillon, i profumi del Sud della Francia

Viaggio sensoriale tra fiori e macchia mediterranea, dove le essenze di un luogo condizionato intimamente il carattere delle persone che lo abitano. E dove nascono vini emozionanti frutto di una terra incantevole.

Provenza | Francia

Provenza, Languedoc, Roussillon, i profumi del Sud della Francia

Viaggio sensoriale tra fiori e macchia mediterranea, dove le essenze di un luogo condizionato intimamente il carattere delle persone che lo abitano. E dove nascono vini emozionanti frutto di una terra incantevole.

Spesso ci chiediamo cosa ci abbia lasciato un viaggio, nella nostra mente, nei nostri cuori. Spesso cerchiamo ausilio nelle immagini, sfogliamo fotografie fatte di corsa e distrattamente, ricordi di momenti felici, attimi. Quello che invece, personalmente, mi porterò dietro da questa vacanza, sono i profumi.

È pazzesco come tutto sia ruotato intorno ai profumi, come questa zona della Francia, il sud, ne sia intimamente condizionata e sostenuta. Non solo: ho il forte sospetto che, più del clima, più di latitudini, longitudini, culture differenti, più di tutto questo, siano proprio i profumi dei luoghi a condizionare intimamente il carattere delle persone che proprio in quei luoghi vivono. Non parlerò quindi né di vini, né di produttori, in questo articolo. Parlerò di percezioni.

È stato un viaggio fra aromi e materia questo mio, fra Provenza, Languedoc, Roussillon e Camargue. Una scia a intensità variabile, montagne russe di sensazioni sempre diverse ed uniche. L’arrivo in Provenza è abbastanza graduale, la Costa Azzurra fa un po’ da schermo a tutto ciò di nuovo che di lì a poco andremo a vivere. In Provenza la macchia mediterranea, vero fil rouge di tutto il giro, si manifesta in modo preciso, delicato e al tempo stesso netto, come i suoi profumi eleganti di “erba di Provenza”, lavanda, fiori freschi che evocano tranquillità ed armonia. Da Bandol, inerpicandosi sulle ripide colline che subito salgono dal mare, tutto questo diventa immediatamente comprensibile, chiaro, nitido.

Quando ti inoltri invece nella Languedoc e successivamente nel Roussillon, ti accorgi che il contesto cambia. Non solo il paesaggio, anche le persone sono diverse. Sempre Sud della Francia, ma attitudini e contesti totalmente diversi. È sempre la macchia mediterranea a dominare, la garrigue, ma il contorno è caotico, confuso. La garrigue è ovunque, intorno a noi, dentro di noi. Le vigne non sono più quei filari precisi esposti a sud, circondati da boschi e vegetazione, qui la macchia è perfino dentro i filari, tra vigna e vigna, gli sterpi tutti intorno, nuove forme di ginestra, profumi più intensi, speziati, pungenti. Come i caratteri energici dei vignaioli che ho incontrato. Ma questa diversità si nota molto meglio successivamente, quando dal Roussillon fai ritorno in Provenza, passando dalla Camargue che ne spezza il ritmo con le sue essenze saline e profumi di mare selvaggio.

Selvaggio, è proprio questo il punto. È probabilmente tutto lì lo stacco che si vive. Dal Roussillon fino alla Camargue cambiano i profumi, ma rimane la sensazione di mondo incontaminato, di persone incontaminate, di vini incontaminati. Tutto questo nuovo fermento che parte dal Roussillon e coinvolge questa parte di Sud della Francia nasce dall’uomo che abita questi spazi e vive queste atmosfere luminose e prorompenti, piene di vitalità. Provenza è precisione, ordine, armonia, spazio antropizzato. Roussillon e Languedoc sono disordine, pungenza, calma in fermento, spazio umanizzato.

C’è un altro pensiero profondo che questo viaggio, molto intimo, mi ha segnato e che sto ancora cercando di sedimentare. Mi è esploso improvvisamente solamente una volta fatto ritorno. Forse perché mi è capitato, inconsciamente, di fare un confronto fra i miei ultimi due tour enogastronomici. È il confronto fra il Roussillon e la Borgogna, fra il carignan e il pinot nero, come antitesi l’uno dall’altro ed attraverso i propri territori di appartenenza. Per aiutarmi a farmi capire mi viene da prendere in prestito concetti filosofici kantiani: carignan come Fenomeno, pinot nero come Noumeno. Il Fenomeno è la realtà come si presenta ai nostri sensi, il Noumeno è la realtà in sé, che esiste indipendentemente dalla nostra percezione. Il carignan è un vino materico, dai profumi pungenti ed ammalianti, il pinot nero è un vino etereo, cerebrale, molto più difficile da afferrare. Il tutto si rispecchia anche nei luoghi ovviamente. Il Roussillon, ma anche la Languedoc, vive di eresia e caos. La Borgogna è stata regolata dai monaci secoli fa, con un ordine definito da precisi muretti a secco.

Niente accade mai a caso, nell’eterna connessione fra uomo e vino. Mi viene al volo un’ultima considerazione: non esiste meraviglia che non porti con sé altra meraviglia. Fateci caso: non esiste vino emozionante che non nasca da luoghi incantevoli. Laddove il tutto è bello, non può che nascere bellezza.

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