Via Roma, corso principale di Gioia del Colle, cittadina in provincia di Bari conosciuta per il suo Castello Normanno Svevo, la Mozzarella DOP e per il vino primitivo. Mi incammino verso il mio appuntamento al "Salotto", bar cockteleria ristorante, ritrovo multi generazionale che ha dato una sferzata dal taglio moderno a questa cittadina che riposava un po' sul passato.
Mi attende Vito Catucci, colui che ha voluto questa realtà. Ha l'argento vivo addosso e comincia a raccontarmi delle sue attività imprenditoriali davvero interessanti. In un fluire di discorsi arriviamo al fulcro, a ciò che è diventata la sua creazione: si parla di un aperitivo. Mi spiega che il legame con le sue radici e la sua “pugliesità” lo ha portato ad inventare qualcosa che non esisteva.
Abituato a mixare cocktail e assaggiare nuove proposte legate al mondo degli spirits, Vito ha accarezzato a lungo la sua "idea liquida”, fino a tradurla in realtà.
L'Apulian Wine Punch, questo il nome scelto, nasce infatti da un mix calibrato tra il primitivo di una nota azienda vitivinicola locale, infusi di tè nero, verde e zenzero ed infine estratti di lamponi essiccati ed aromi naturali. Il tutto rigorosamente naturale e selezionato a livello locale in pieno rispetto alla volontà del suo creatore. L'Apulian Wine Punch, 11 i gradi del titolo alcolometrico, incarna così la tradizione passando attraverso il primitivo, simbolo di questa terra assieme alla mozzarella, per giungere a qualcosa che prima non esisteva, ovvero l'idea degli infusi. Idea che viene accolta con titubanze iniziali. Mi spiega infatti Vito: “I miei soci mi hanno accolto un po' come il ragazzo che sconfina e torna dopo un paio di anni a riabbracciare la propria terra”. Ma poi alla fine questa idea, questa sfida forse anomala, risulta vincente. L'Apulian Wine Punch diventa il “welcome drink” dei suoi locali e non solo: grazie alla sua versatilità entra nelle miscelazioni, che siano a base di vodka o ginger beer, o gin. E qui lasciamo mano ed idee ai bartender di turno.
Dopo l'ottimo riscontro locale, quasi a voler sfatare il mito che nessuno sia profeta in patria, l’Apulian Wine Punch sconfina, e diventa base per i cocktail bar fuori regione, raccogliendo consensi sempre più ampi. Il suo gusto e l'ottimo lavoro di marketing fatto da Vito e i suoi soci, fanno sì che l'Apulian Punch venga inserito anche nella distribuzione da parte di svariate attività enogastronomiche locali.
La mia domanda principale diventa così perché un aperitivo, e non qualcosa legato alla territorialità enologica. La risposta è quasi ovvia: "Siamo a contatto ogni giorno con clienti che chiedono i cocktail più disparati e si fanno mixare vari spirit "su misura". Un po' come degli "special orders" nel mondo patinato della moda: ognuno con il suo gusto, chi più sour chi più sweet”.
L’estetica della bottiglia propone un grafismo naif: ci sono così i trulli, le onde, il sole e il grappolo d'uva.
La Puglia raccontata in un disegno, quella che affascina ed innova. Non lo lascio senza alzare il bicchiere al tramonto, nel rosa dipinto di rosa. Il mio cocktail è uno splendido Pink Lady rivisitato alla moda del mitico Hotel Savoy ed estrapolato dal Cocktail Book di Harry Craddock: gin, granatina, albume per schiumizzarlo e, ovviamente, Apulian Wine Punch.